Quando il 27 giugno 2011 le forze dell’ordine occuparono quella che per i No Tav era la “libera Repubblica della Maddalena” per i ragazzi di questa cooperativa significò un calvario fatto di divieti come quello di accesso alle vigne in periodo di vendemmia e potatura. Vigneti inerpicati su pendenze da vertigine, i terrazzamenti sostenuti dai muretti a secco tipici dell’eroica viticoltura di montagna. Andrea Turio della cooperativa Clarea mi spiega che il culmine dell’abbandono dei vigneti è coinciso
con la costruzione dell’autostrada, un’opera devastante dal punto di vista ambientale, e che la storia rischia di ripetersi con la Tav. Qui è in corso da un quindicennio il recupero di diverse varietà autoctone: un patrimonio ampelografico unico, una testimonianza di diversità irripetibile. Ma ancora di più si tratta del ripristino di una cultura, perché, specie a Chiomonte, la vigna ha sempre fatto parte del panorama paesaggistico quanto di quello umano: ogni famiglia aveva il suo pezzetto di vigna, dal quale tirava fuori il suo vino. Lo stesso vessillo del Comune è due tralci con due grappoli d’uva e il motto Jamais sans toi. Fino a un certo punto qui tutti sono nati viticoltori. Poi, il progresso. E c’è davvero qualcosa di ribelle nei vini di Clarea - vitigni unici come Avanà, Bicuet, Baratuciat - che risiede nel loro portamento fiero e nella loro immediatezza.
(Fonte: Prima Edizione di 'VINO CRITICO a cura di OFFICINA ENOICA - ED. ALTRECONOMIA)
(Fonte: Prima Edizione di 'VINO CRITICO a cura di OFFICINA ENOICA - ED. ALTRECONOMIA)
VINI:
‘L Bianchin (Baratuciat,Petite Arvine, Bussanello, Verdesse)
VdT Bianco, Rosè Maddalena (Avanà)
VdT rosato, Signou (Avanà)
Valsusa Doc, Colombier (Dolcetto) Valsusa Doc,
Clos (Barbera) Valsusa Doc,
Ansema (Becuet, Barbera e Neretta) Vino
Consortile, San Sebastiano (Avanà) Vino del Ghiaccio
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