URUPIA
Oggi vi parliamo di Urupia, una comune libertaria
in Puglia, nell’alto Salento a Francavilla Fontana, un paesino a metà strada
tra Taranto e Brindisi che dal 1995 sperimenta un altro modo di fare economia,
intendere il lavoro e vivere insieme. Il
desiderio di creare una comune ha preso forma negli anni 90’ in Salento anche
grazie all’incontro casuale avvenuto tra un gruppo tedesco di
libertari/libertarie che facevano parte di movimenti più variegati (autonomia,
antinucleare, femminista, etc.) ed alcuni anarchici locali. Urupia, in
brindisino, sta per “la marachella dell'uro”, figura della tradizione popolare,
per certi versi assimilabile a quella dello gnomo o dell'elfo. L'uro è uno spiritello
a volte dispettoso, il cui comportamento rispecchia generalmente lo stato
d'animo di coloro che ne condividono lo spazio.
Il termine Urupia, però, sta anche a significare
“utopia degli uri”, che vengono in questo senso assimilati alle comunarde. Ogni
settimana una comunarda, a turno, ha il ruolo di uro, ovvero di “regista” delle
diverse attività della comune. L'assunzione e la valorizzazione di questa
figura della tradizione popolare, denota un forte desiderio di radicamento
territoriale, peculiare del resto della stessa cultura anarchica, il cui
spirito è “pensare localmente, agire globalmente”.
Noi siamo stati ospiti di Urupia nel 2018, durante
il Festival delle Terre, abbiamo passato solo pochi giorni con loro, ma siamo
riusciti a cogliere il senso di libertà che scorre all’interno, dalla scuola
libertaria agli ulivi, dai campi coltivati al forno, dalla cucina ai momenti di
condivisione, fino ad arrivare alla cantina. Abbiamo percepito questa azione di
“liberarsi” dentro la gestione di una riunione, dall’assegnazione dei turni di
lavoro (orto, forno, oliveto, cucina, ecc…) al processo decisionale fondato sul
consenso unanime. Ogni cosa qui funziona su base volontaria: le relazioni, il
lavoro, i ritmi, le scelte. E non è che
qui le persone non scazzano tra di loro, solo che la gestione dello scazzo
passa attraverso un senso comune di relazione per cui viene accettato e
vissuto. Insomma dietro le scelte compiute ogni giorno senti che ci sono dei
valori forti. Insieme, quindi, le comunarde si sono date delle regole interne
che il tempo ha dimostrato essere efficaci, funzionali, sane. Urupia è un buon posto per parlare e per
ascoltare. Meno male che a Urupia ci sono i campi ma non c’è campo, o almeno
non tanto, non abbastanza. Meno male che ad Urupia ci sono le viti, la cantina
e quindi il vino.
URUPIA (PUGLIA) 13000 Bottiglie l'anno
HEINZ 100% Chardonnay
L’unico bianco, uno chardonnay pugliese che prende
il nome da una delle prime Comunarde fondatrici del proggetto, un vino dal colore
giallo paglierino intenso con riflessi dorati tipici dell’uva; profumo intenso,
dal floreale al fruttato; la struttura alcolica contrapposta alla freschezza e
la sapidità “saziano” le aspettative di un vino immediato e piacevole. Nel
finale le riproposizioni olfattive lasciano il ricordo intenso dell’armonia di
questo vino.
POPPITU 100% Negroamaro: In
salentino, lo straniero, l’estraneo, l’altro da sé, in quanto tale persona
incivile, bassa, volgare. Questo vino, un rosato assolutamente tipico e
godibile, è realizzato dalla Comune Urupia pensando a chi è migrante o senza
patria, in altra o nella sua stessa terra, per scelta o per costrizione. Un
vino contro le barriere e i confini, dunque un prodotto “militante” che
rappresenta un esempio di quanto il negroamaro possa rendere anche come rosato.
Meno di duemila bottiglie prodotte. Colore cerasuolo tipico, di buona
consistenza. Naso fine ma non banale né accomodante, denota una personalità
decisa e diretta. Note caratteristiche di ciliegia e lampone si accompagnano a
sentori floreali abbastanza netti. Un profilo olfattivo davvero comunicativo.
La bocca è morbida ma caratterizzata da frutti rossi si ritrova la ciliegia ed
il lampone.
MOMO 100% Primitivo: Dal colore rosso rubino olfattivamente
è intenso, verticale, complesso, fiori appassiti, confettura di ciliegie,
lampone, visciola, spezie dolci, cannella, balsamico, ematico. In bocca è
strutturato, morbidezza sostenuta ancora da buona acidità! Non lunghissimo
però. Abbastanza persistente. Piacevole.
LAURU 100% Negroamaro: Avete presente la classica
icona del vino pugliese ultra alcolico, ultra pesante, ultra dolciastro,
insomma, ultra e basta, che ne prendi un bicchiere e poi sei costretto a dire
basta grazie, non mi va più? Ecco, questo negroamaro è esattamente l'opposto:
un vino di estrema eleganza e bevibilità, ma che mantiene comunque una notevole
personalità. Va ossigenato (possibilmente scaraffato) almeno 1 oretta
abbondante prima di servirlo, ma poi tira fuori sentori nitidi di ciliegia e
melograno, fiori rossi, per chiudere con una decisa nota amarognola e minerale
che lascia il palato ansioso del sorso successivo. Davvero una gran bella beva!
SOLARE 70% Malvasia Nera – 30% Negroamaro: Taglio
classico qui in puglia dove attraverso le caratteristiche dei due vitigni si
tenta di ottenere un vino equilibrato in tutte le sue componenti. Fedele alla
linea anche quando la linea non c’e’ questo “solare” di nome e di fatto e’ un
vino dal colore rosso rubino una spremuta d’uva, al naso ed in bocca sentori
delicati di frutta rossa equilibrio perfetto tra tannini e freschezza e corposo,
di ottima beva!
BRECCIA 70% Negroamaro – 30% Montepulciano: viti
giovani, impiantate su un terreno molto ricco di scheletro. Nel bicchiere si
presenta color rubino intenso, limpido. Il naso è caratterizzato da frutta
rossa come susina e prugna e la spezia decisa ed intrigante. In bocca è sapido
con ottima corrispondenza al naso. una bella ed equilibrata acidità, una decisa
sapidità. Tannini decisi ma ben amalgamati. Ottima la beva.
per info supporto e vino andate sul loro sito e chiedete https://urupia.wordpress.com/
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