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venerdì 26 giugno 2020

PIEMONTE -Cantina Viticoltori del Monferrato - L'inedito BIANCO FABRIZIO JULI

Il bianco piemontese che non t'aspetti e che stupisce.
Perché a farlo è Fabrizio Iuli, fino a ieri rossista 100%, e perché nasce da un vitigno autoctono del tutto dimenticato dal nome curioso: Baratuciat. Tecnicamente, dialettalmente, gli attributi sessuali del gatto (barat-u-ciat), che i chicchi di quest'uva ricorderebbero (o almeno, qualcuno nella storia li ha immaginati così 😄).
Solo cemento per l’esordio di Fabrizio nell’universo bianchista. Le uve provengono da una vigna esposta a Nord su terreno di argilla e calcare a 250 metri sul livello del mare. Raccolte la prima settimana di settembre, fermentano spontaneamente e molto lentamente (fino agli inizi di febbraio) dopo una notte al freddo per poi sostare 12 mesi in cemento. Nessuna chiarifica né filtrazione.
Colore molto bello, di un giallo luminoso con riflessi quasi grigi. Profumi a metà strada tra certi Riesling e Chablis che sono il preludio di un profilo acido-sapido deciso e perfettamente integrato nella succosità.

Ma chi è fabrizio Juli?
'Di questo vino è opportuno essere ben informati: non è un modo di dire, Fabrizio è socio con il giornalista Gad Lerner della Cantina Viticoltori del Monferrato, piccola cooperativa nata nel 1998 per fare delle esperienze acquisite individualmente in viticoltura, gestione del terroir, selezione delle uve e vinificazione, le chiavi di volta per la produzione di Barbera del Monferrato di altissima qualità. “In questo caso - dice Marco Arturi - fare vino significa davvero restituire dignità a un territorio. Non pago di avere raccontato il Barbera a livelli di eccellenza, Fabrizio Iuli si è messo in discussione con Pinot nero e Nebbiolo in un angolo di Monferrato casalese sul quale fino a poco tempo fa nessuno avrebbe scommesso una lira”. I vigneti sono situati nella parte più meridionale del Basso Monferrato: la cantina con alti soffitti a volta fa parte di una cascina della fine del XVII secolo. La cantina ha privilegiato la valorizzazione di vecchi vigneti e l’esaltazione dei singoli terroir. Peccato per l’Osteria Universo. Gianni Camocardi ricorda una tavola imbandita con Veronelli, Gad Lerner, Inge Feltrinelli e Fabrizio, patron la sua mamma; tutti riuniti per scongiurarne la chiusura. L’anno dopo l’osteria chiuderà ma con la soddisfazione di ricevere l’ambito Sole.di Gino nella guida “I vini di Veronelli”, per la pasticceria.'
( Fonte Vino Critico - A cura di Officina Enoica - Ed Altreconomia)


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