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mercoledì 22 aprile 2020

Piemonte - coop. 'La Viranda' Storia di LIBERTARIO ROSSO. STORIA DI UN VINO 'RESISTENTE'.

Era un sogno di un gruppo di contadini e disoccupati. È diventata una realtà viticola affermata. Dopo quasi trent’anni, le sei aziende agricole che dal 1980 hanno dato vita alla Cooperativa La Viranda sono più battagliere che mai. E i loro vini sono un manifesto della ribellione che si riverbera nel territorio astigiano dal 1943 ad oggi.
Vino rosso, come i suoi ispiratori. Non c’è presentazione migliore della storia della Cooperativa La Viranda se non quella del suo vino Libertario Rosso. Un Piemonte Brachetto DOC, vino semplice, schietto, come le figure a cui è dedicato. Giovanni “Primo” Rocca e Omero “Fulmine” Saracco, comandante e vicecomandante prima della Brigata partigiana d’assalto “Stella Rossa”, poi della IX Divisione Garibaldi “Alarico Imerito” di Asti. Partigiani intransigenti e impetuosi, ma con un senso della condivisione con la popolazione civile fuori dal comune. Uomini che, nel loro territorio, contribuirono alla liberazione del Paese dall’occupazione nazi-fascista. Ma che nel dopoguerra videro sfumare lo spirito di unità e le speranze di giustizia, sovrastate dagli interessi politici dei partiti ricostituiti. Comunisti invisi dallo stesso PCI: troppo legati agli ideali, troppo fedeli alla propria gente. Rose canine, come l’aroma di un vino che li ricorda. La Resistenza nascosta. 20 agosto 1946, un manipolo di ex-partigiani si ribella tra le campagne di Asti e Cuneo. È la “rivolta di Santa Libera”, l’ultimo atto di Resistenza di chi aveva combattuto contro l’invasore. L’allontanamento del capitano Lavagnino, ex-comandante garibaldino, dalla polizia astigiana fa presagire una volontà di allontanare gli elementi più scomodi della sinistra socialista-comunista dalle posizioni di potere. Per riabilitare anche chi aveva subito l’epurazione dopo la conclusione del conflitto: fascisti e repubblichini, gerarchi e gregari. Uomini d’ordine che con l’amnistia potevano tornare utili nel gioco della Guerra Fredda. La mobilitazione astigiana preoccupa anche i vertici del PCI, poco incline ad assecondare la soluzione armata. Così, dopo una settimana di tensioni in tutto il Nord, le speranze dei rivoltosi non sostenute da nessuna forza organizzata si spengono come fiammiferi nel vento. Che ritornano ad indossare gli abiti civili. Che lasciano la storia dell’Italia seguire il suo corso.
Una Resistenza agricola. È dal 2001 che la Cooperativa La Viranda produce vino che ricorda l’attaccamento al territorio e la condivisione dei beni tipiche dei partigiani. Rispetto dei tempi di produzione e dei cicli naturali, controllo dei prodotti e delle sementi. Rigore nell’utilizzo di macchinari e delle normative di produzione. Controllo scrupoloso di tutte le fasi della trasformazione del mosto in vino. Rispetto e dignità del lavoro degli uomini. Rapporto qualità-prezzo che renda il vino un piacere accessibili a tutti. Tutto ciò che ispira equità e rigore, qui c’è.
Perseveranza, resilienza, resistenza. L’eco di una ribellione che viene da lontano, da una sinistra che lotta, condivide e rifiuta un ordine costituito non all’altezza dei propri valori. Una rivoluzione che si esprime dal basso, nelle piazze, sui monti, sulle tavole delle famiglie. Vini rossi, come il ricordo di un passato partigiano che non è ancora tramontato.

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