La Temperatura fresca, la macerazione è breve, meno di una settimana. Quindi il tannino è molto delicato.
Un Vino godibile nelle sere estive... abbinato ad una grigliata di pesce, di sushi o semplicemnte berlo per poi potervi godere l'aba della luna, leggendo Alvaro Mutis, Pedro Salinas, Prevèrt, Neruda o semplicemente lasciandovi andare ad un appassionato bacio! E poi chissà...
Sebbene tradizionalmente legato al ragusano, dove in blend con il Nero d’Avola dà vita allo straordinario Cerasuolo di Vittoria, oltre il 46% del Frappato siciliano viene coltivato in provincia di Trapani. Ragusa segue con il 34%, accompagnata da Agrigento con l’11,5% (ultimo Censimento generale dell’Agricoltura - ISTAT 2010). La superficie coltivata a Frappato, un tempo molto rilevante, si è oggi ridotta a circa 640 ettari, che è poca cosa se si pensa che l’intera superficie vitata siciliana raggiunge i 106.000 ettari. Un vitigno, dunque, “minore”, ma non meno affascinante delle varietà più diffuse e conosciute; anzi, forse ancora più affascinante perché poco conosciuto e quindi meno snaturato dalle speculazioni commerciali che hanno, in passato, calpestato la dignità di molti altri vitigni siciliani. Devo dire che è proprio per questa sua scarsa diffusione che mi sono messa in testa di piantare il Frappato a Belìce. L’areale di Menfi condivide con quello di Vittoria molte caratteristiche fondamentali: entrambi esposti a sud e quindi all’Africa, entrambi ricchi di salinità e baciati dal vento di mare, entrambi ricchi di suoli sabbioso-calcarei adagiati su argille calde e compatte. E quindi, al terzo anno dall’impianto di due biotipi – uno più aromatico e floreale, l’altro più intenso, speziato e fruttato – nel 2019 ho fatto la mia prima vendemmia di Frappato. Prima piccola vendemmia, da cui sono uscite meno di 2.000 bottiglie.
Sebbene tradizionalmente legato al ragusano, dove in blend con il Nero d’Avola dà vita allo straordinario Cerasuolo di Vittoria, oltre il 46% del Frappato siciliano viene coltivato in provincia di Trapani. Ragusa segue con il 34%, accompagnata da Agrigento con l’11,5% (ultimo Censimento generale dell’Agricoltura - ISTAT 2010). La superficie coltivata a Frappato, un tempo molto rilevante, si è oggi ridotta a circa 640 ettari, che è poca cosa se si pensa che l’intera superficie vitata siciliana raggiunge i 106.000 ettari. Un vitigno, dunque, “minore”, ma non meno affascinante delle varietà più diffuse e conosciute; anzi, forse ancora più affascinante perché poco conosciuto e quindi meno snaturato dalle speculazioni commerciali che hanno, in passato, calpestato la dignità di molti altri vitigni siciliani. Devo dire che è proprio per questa sua scarsa diffusione che mi sono messa in testa di piantare il Frappato a Belìce. L’areale di Menfi condivide con quello di Vittoria molte caratteristiche fondamentali: entrambi esposti a sud e quindi all’Africa, entrambi ricchi di salinità e baciati dal vento di mare, entrambi ricchi di suoli sabbioso-calcarei adagiati su argille calde e compatte. E quindi, al terzo anno dall’impianto di due biotipi – uno più aromatico e floreale, l’altro più intenso, speziato e fruttato – nel 2019 ho fatto la mia prima vendemmia di Frappato. Prima piccola vendemmia, da cui sono uscite meno di 2.000 bottiglie.
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