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domenica 17 maggio 2020

Insurrezione culturale, Jonathan Nossiter con Olivier Beuvelet edizione Derive Approdi

C'è un gesto culturale che vive nelle campagne. È un movimento della terra che smuove le vigne, rianima le piante, propone un nuovo gusto del terroir, fa tintinnare il vetro delle bottiglie sugli scaffali delle enoteche, fa tremare gli esperti dell'agro-industria. È il gesto culturale dei contadini e dei vignaioli naturali, che ha aperto uno squarcio attraverso il quale è passata una rivoluzione della vita, delle conoscenze, del gusto e soprattutto dei rapporti tra umani e natura. All'esperienza di questi agri-cultori dovrebbe guardare il mondo del cinema, dell'arte, dell'editoria se vuole cercare un terreno fertile sul quale rilanciare la propria vita, sterilizzata nei prodotti, nei consumi, nei mercati e nei gusti liberali. A loro dovrebbero guardare cineasti, artisti, scrittori e gli abitanti delle metropoli contemporanee, come a un'avanguardia gioiosa capace di ridarci speranza per lottare, reagire, immaginare di nuovo il senso della libertà intellettuale, etica, sociale... e anche gustativa!


"E' solo dopo la Seconda Guerra mondiale che avviene l'invasione chimica dell'agricoltura. La si è chiamata Rivoluzione verde, ma si è trattato piuttosto di una guerra nera. Del resto i due ambiti sono strettamente legati: le origini dell'armamento militare moderno e dell'industria agrochimica si toccano e risalgono alla Prima guerra mondiale. Periodo in cui l'industria chimica non era militare, agricola o farmaceutica. I grandi gruppi hanno sempre operato - e continuano a operare - contemporaneamente su tutti i mercati, capaci di provocare una malattia e di cercarne il rimedio."
Insurrezione culturale, Jonathan Nossiter con Olivier Beuvelet
edizione Derive Approdi


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