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venerdì 15 maggio 2020

Ezio Bosso, tra musica, vino e cucina

Si dice che il vino sia prodigo di convivialità. Secondo lei che cosa porta il vino nel piacere di stare insieme?

“Questo ruolo di unione tra le persone il vino lo regala da sempre. La sua stessa storia lo sottolinea. Per questo è come la musica: crea sintonia, fa cadere gli steccati e fa scoprire la voglia di camminare insieme. Provate a pensare: è nella stessa capacità del vino di accompagnare i vari momenti del giorno. Non c’è solo il vino per la tavola, ma c’è il vino per il riposo, il vino per la meditazione, il vino per la festa. Il vino sa unire le persone e questo ha origine già nella sua degustazione, dove sa coinvolgere tutti i sensi, gli occhi, il naso, la bocca per il sapore, senza dimenticare le mani e la capacità creativa di chi l’ha fatto.”


Nel libretto dell’opera “La dodicesima stanza” ho letto un forte richiamo alla Marchesa Giulia di Barolo, sposa nel cuore dell’Ottocento di Tancredi Falletti. Mi sono chiesto le ragioni di questo ricordo così intenso.
“Semplice. Giulia di Barolo per me è stata una donna straordinaria. Anzi lo è tuttora. Ha mirato sempre in alto, ha cercato l’educazione di tante le categorie di persone, dai bambini fino alle donne carcerate. Nella storia della mia vita una parte importante del mio impegno è stato ed è tuttora con l’Opera Pia Barolo, la più antica d’Europa. Sono orgoglioso di fare parte di questa grande famiglia che continua ad avere l’ambiziosa voglia di educare. Noi che creiamo dobbiamo educare: più cose so e più so cosa mi piace. Così sono più libero.”

Continuando a parlare di “stanze”, la cantina che stanza è? Un ambiente qualsiasi della casa oppure un posto speciale?
“La cantina è una stanza a tutti gli effetti. Ha tutte le caratteristiche: ha una porta, una finestra per arieggiare. È un posto speciale dove conservare e proteggere qualcosa di prezioso per il nutrimento dell’uomo. Specialmente le cantine di un tempo erano uno scrigno di tante cose buone (vino, formaggi, salumi, verdure e frutti sotto vetro e così via). Oggi, poi, le cantine sono un omaggio alla bellezza, che si esprime in tante splendide creazioni. Recentemente sono stato in Georgia e lì ho trovato l’origine primaria del vino. È stata un’emozione fortissima vedere quelle anfore sotto terra: il vino che nasce dalla terra, nella terra si evolve sino a diventare una bevanda preziosa che sprigiona luce e felicità. In fondo, anche la musica è così: nasce nei meandri della mente e della creatività umana, poi poco per volta cresce, si eleva fino a regalare intense emozioni a chi l’ascolta.”
Ancora una domanda, forse un po’ prosaica: il suo vino è bianco o rosso?
“Per me il vino è vino e basta. È la bellezza assoluta, la bellezza della terra, del colore, del profumo e del sapore. Anche le colline che ospitano le vigne sono più belle, decisamente più belle di quelle dove la vigna non c’è.” “Le Langhe mi mancano. Ci tornerò presto. Per riposarmi e rilassarmi al Boscareto. Vorrei un giorno tornare per un bel concerto. Un giorno in cui la musica e il vino diventerebbero un altro attimo di vita condivisa.”
GIANCARLO MONTALDO

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