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domenica 3 maggio 2020

L'attacco ai piccoli vignaioli da parte dell'UE viene da lontano ed ha radici antiche.

Il manifesto dei piccoli vignaioli d'Europa

Mille piccoli produttori di vino provenienti da tutta Europa si sono riuniti a Montecatini per sottolineare il loro ruolo di tutela dei paesaggi e della cultura. Si sentono però minacciati dalla Ue dove "comandano le multinazionali". Ecco il loro Manifesto e il programma per fare sistema: "Solo uniti potremo farcela"

"Noi vignerons in Europa abbiamo un ruolo sociale ed economico, garantiamo la continuità tra terroir e prodotto, preserviamo paesaggi e cultura. Eppure a livello europeo siamo gravemente minacciati.
Sotto il nome accattivante di "armonizzazione legislativasi vorrebbe inglobare il vino nei regolamenti applicati per gli altri prodotti alimentari, senza attenzione per le specificità". Così il francese Xavier de Volontat, presidente della Confederation Europeenne des Vignerons independents, si è fatto portavoce delle preoccupazioni dei produttori vinicoli europei rispetto alle recenti politiche della Ue durante la manifestazione Vignaioli e Vignerons a Montecatini Terme.

Identità ed etica del vignaiolo, ma anche argomenti tecnici quali fermentazione, correzione ed affinamento del vino, sono tra i temi che i mille vignaioli provenienti da 20 paesi europei hanno discusso a Montecatini. Dal convegno sono uscite le linee guida del "Manifesto Europeo per una vitivinicoltura sostenibile", presentato a Firenze, in Palazzo Vecchio, con l'intento di elaborare una proposta strategica sul ruolo della vitivinicoltura europea nel mercato globale.
In questo senso è assai preciso il messaggio lanciato da Carlo Petrini: "A Bruxelles comandano le multinazionali. Noi dobbiamo contrapporre questa nostra multinazionale virtuosa di piccoli produttori. Dobbiamo fare sistema. È necessario - ha aggiunto - che i piccoli produttori si rapportino con i ristoratori, i vari attori del settore e soprattutto con i consumatori che io amo chiamare co-produttori, in quanto soggetti informati, attivi e responsabili. Creando questo movimento di piccoli produttori potremo far valere le nostre istanze".

MANIFESTO DI “VIGNERONS D’E UROPE 2009”

1. Il vignaiolo si prende cura in prima persona della vigna, della cantina e della vendita.


2. Il vino del vignaiolo è vivo, dona piacere, è figlio del suo territorio e del suo pensiero. Espressione autentica di una cultura.

3. Il vignaiolo considera il consumatore un co-produttore.

4. Il vignaiolo custodisce e modella il paesaggio nel rispetto della biodiversità e della cultura del proprio territorio, che racconta e arricchisce.

5. Il vignaiolo come agricoltore si assume la responsabilità di preservare e migliorare la fertilità del suolo e l'equilibrio degli ecosistemi.

6. Il vignaiolo si impegna a rinunciare all'utilizzo di molecole e organismi artificiali e di sintesi con l'obiettivo di tutelare il vivente.

7. Il vignaiolo governa il limite in tutti i suoi impegni ricercando l'ottimo, mai il massimo.

8. Il vignaiolo si assume la responsabilità della propria attività nel rispetto dell'ambiente, della salute del consumatore e dei destini della propria comunità e della terra.

9. Il vignaiolo si impegna a creare e alimentare relazioni con altri vignaioli, agricoltori, produttori di cibo, cuochi, università e istituti di ricerca, educatori e cittadini nella propria comunità e nel mondo.

10. Il vignaiolo pratica la trasparenza: dice quello che fa e fa quello che dice.

11. I Vignerons d'Europe riuniti a Firenze chiedono alle autorità nazionali ed europee di non ostacolare il loro lavoro con regolamenti adatti all'industria ma non alle loro particolarità.


"Questo manifesto ha un importante significato perché, chi più chi meno, i vigneron già mettono in pratica le sue linee guida. I produttori che si sono riuniti in questi giorni stanno infatti creando un movimento che combatte l'omologazione e dà valore alle diversità, ma allo stesso tempo riesce a trovare punti in comune. Il manifesto presentato deve essere letto come documento di una comunità di vigneron che consideraogni bottiglia di vino un prodotto culturale, fatto di storia, territorio, tradizione e identità. Il prodotto industriale non ha nulla di tutto ciò, ma soprattutto gli manca la trasparenza, il tratto distintivo di questi vignerons. Perché il vero vignaiolo dice quello che fa e fa quello che dice". Con queste parole ha chiuso l'incontro Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia.

Intanto continua il calendario di appuntamenti di "Vignaioli & Vignerons" - di cui Vignerons d'Europe fa parte: fino al 13 dicembre, palazzi, cantine, musei e piazze di oltre 60 comuni toscani ospitano incontri, convegni, laboratori, degustazioni, mostre, wine talks e mercati, che animano la prima manifestazione in Italia dedicata alla cultura del vino nelle sue molteplici espressioni, promossa da Regione Toscana, Slow Food, Fondazione Sistema Toscana e Arsia.
(08 dicembre 2009)
www.ilvinononosiferma.it 

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