Post in evidenza

giovedì 19 marzo 2020

Emilia Romagna - RE - Podere Cipolla di Denny Bini

Zero – Hai un ricordo d’infanzia legato al vino?
Denny Bini – Mi ricordo la vendemmia come periodo di festa, con amici, parenti e sopratutto cugini/e che vedevo raramente e per me era bellissimo. Poi ricordo che con loro si andava a rubare il bicchiere del nonno che usava per assaggiare il vino e di nascosto si beveva il vino/mosto che scendeva dal torchio, mentre i “grandi” erano nei campi. Con tutto il vino nuovo che c’era, proprio il torchiato ci bevevamo!

Puoi presentare la tua azienda e la sua filosofia? Come hai iniziato a produrre vino?
La mia “azienda” – anche se mi suona strano chiamarla così – è nata quasi per gioco, su un terreno che mi ha affittato mio nonno, dove ho piantato le varietà che preferivo vinificandole nel garage di casa. Ho sempre avuto tantissimi amici che mi hanno aiutato e continuano a farlo tuttora. Poi proprio un amico mi ha ospitato nella sua cantina dove ho potuto vinificare ufficialmente le mie uve. Per la filosofia e il modo di fare non c’è stato molto da decidere, le cose erano già chiare, ci son nato su quella terra, cresciuto (ma non in altezza purtroppo), quindi dovevo rispettarla e curarla come si deve: rame, zolfo, sovescio (in agraria, interramento di piante o di parti di piante allo stato fresco, praticato allo scopo di arricchire il terreno delle sostanze concimanti in esse contenute ndr.), potature non troppo invasive e tante giornate passate nei campi. In cantina ho provato a rifare un vino come si beveva in famiglia, senza tanti accidenti dentro come fanno in tante cantine famose. Inoltre ho fatto tante prove di piccole vinificazioni, perché sono convinto che il nostro non è un vino di serie B, ma è sempre stato trattato come tale perché vinificato male. Partire da una base di buone uve ti porta ad avere vini buoni e longevi, anche se parliamo di lambruschi. Il mio viene prodotto con la rifermentazione in bottiglia, nessuna chiarifica né filtrazione, lieviti indigeni: così si ottiene un lambrusco come si deve!

Quante persone lavorano da voi? Accogliete richieste di giovani che vorrebbero lavorare in un’azienda vinicola?

Lavoro da solo o con qualche amico che si offre, ho solo un ettaro.

Come descriveresti La Terra Trema? Hai già partecipato? Cosa ti ha spinto a prendere parte a questo tipo di evento?

Sono diversi anni che partecipo alla Terra Trema, mi piace la filosofia dei Critical Wine e condivido le stesse passioni e idee dei vignaioli che partecipano. Mi piace il clima di festa che si è creato tra di noi e tra la gente che viene ad assaggiare e ascoltare i nostri vini.

Naturale, biologico, biodinamico, artigianale… Le definizioni sui vini si sprecano, e il consumatore è sempre più confuso. Voi come definireste il vostro vino?

Lo definisco VINO! Sono quelli chiamati convenzionali che dovrebbero preoccuparsi di come chiamare la bevanda dal lontano ricordo vinoso che producono.

Ma un vino artigianale è migliore a prescindere da uno industriale? O è solo più sano? È possibile avere un vino più sano per l’organismo intervenendo già in vigna? Che cos’è un vino artigianale per te? 

Un vino artigianale è quello fatto da piccole aziende di territorio, condotte e curate in ogni fase dal vignaiolo/contadino, che oltre a seguire la vigna cura anche quello che sta attorno, e cerca di preservare le biodiversità della zona. Inoltre un vino artigianale è un vino ottenuto da varietà locali.Se intendi quello che intendo io per vino artigianale sì. Poi può non piacere a tutti, ma per quello esiste anche McDonald’s, la Coca Cola eccetera. Per avere un vino più sano è indispensabile partire dalla vigna. 

La maggior parte dei vini sul mercato sono prodotti con diserbanti, concimi di sintesi, pesticidi, ingredienti di originale animale. Sei favorevole a una normativa che costringa i vignaioli a scrivere tutto quello che c’è nelle bottiglie e come viene ottenuto il vino? Perché? In caso affermativo, pensi sia un traguardo raggiungibile in tempi brevi? 

Sono sempre stato favorevole all’etichetta trasparente, sembra che sarà realtà a breve, ma purtroppo verrà proposta nella solita versione pro grande industria, ovvero con valori nutrizionale (analisi obbligatorie costose per ogni lotto e che per i piccoli produttori vanno a incidere parecchio) e andranno aggiunti solo i prodotti che rimangono nel vino, non quelli aggiunti e poi separati da esso 

I Vini di  Denny Bini: 

Dice dei suoi vini: faccio tanti vini diversi, ma poche bottiglie, sono anticommerciale ovviamente (ride ndr.) 


Levante 90: malvasia. 
Rosa dei venti: lambrusco grasparossa e malbo gentile.
Ponente 270: lambruschi (grasparossa, salamino, sorbara, montericco) e malbo gentile.
Libeccio 225: grasparossa lunga macerazione. 
Grecale 45: malbo gentile frizzante. 
Maestrale 315: malbo fermo. 
Tramantena 360: malbo passito. 
Vengono i frizzanti sui € 6-7, un po’ di più i fermi.


(Fonte: intervista rilasciata durante un'edizione di 'La Terra Trema' - Leoncavallo - Milano)

Contatti: IndirizzoVia Carlo Darwin, 2, 42123 Reggio nell'Emilia, RE, 42123 Reggio Emilia   - RE- Telefono: 320/ 022 9600  email: denny.bini@libero.it


0 commenti:

Posta un commento