Se il
Fundraising è un’attività coordinata, continuativa, ma soprattutto etica, non
può prescindere dal rendere trasparenti chi siano i loro donatori. La questione
è questa: è stato creato un sito dal titolo suggestivo: wineraising. La più Grande Iniziativa Di Raccolta Fondi Alcolica
Della Storia, recita il testo della presentazione.
Con un claim da far girar
la testa: "I Have A Dream. I Have A Drink." Che mette insieme
Martin Luther King con la possibilità di vincere una borsa di studio, attraverso
una raccolta fondi fatta attraverso il vino.
Noi che come ‘Lieti
Calici’, insieme ad ENOIZE, sosteniamo i piccoli vignaioli, artigianali e naturali, non possiamo
che dirci indignati, di fronte ad una campagna che non rappresenta quel che
dovrebbe essere invece l’etica e la trasparenza del fundraising. Primo perché
non ci viene detto chi sono i donatori. Speriamo che non siano le Multinazionali
del Vino, che da Veronelli in poi sono sempre stati il cd ‘avversario’ da
combattere. Il quale diceva: è migliore
il peggior vino del contadino che il miglior vino dell’industria.
In secondo luogo, come
‘Lieti Calici’ ed 'ENOIZE' avevamo costruito un impianto organizzativo relativo ad un
evento che abbiamo dovuto sospendere a causa della Pandemia, che però prevedeva
da parte dei vignaioli che aderivano una donazione per il tavolo ed una
donazione da parte degli avventori. Tutto chiaro e tutto trasparente e, se ci
permettete, tutto etico!
E quel che stiamo
continuando a fare è lavorare su una pubblicazione dal titolo ‘I Racconti del
Vino’, con la MOMO edizioni, fatta da Poeti, Cantautori, Scrittori, o
appassionati del vino, che hanno donato i loro racconti gratuitamente, perché
l’obiettivo di questa pubblicazione sarà quella di sostenere la prossima
edizione di ‘Lieti Calici’ senza far pagare un euro ai Vignaioli che hanno
subito e subiscono la crisi del lockdown. E tra coloro che hanno donato un
racconto e che ringraziamo di cuore, c’ è anche Massimo Coen Cagli, che vedo tra i responsabili della Campagna wineraising.
Tutto trasparente ed etico fino alla fine.
Quel che invece è mancata
alla vostra campagna, sicuramente motivata da buone intenzioni (ma come si dice:
di buone intenzioni sono lastricate le strade dell’inferno) è proprio questa trasparenza, che rende tutto torbido e non rende giustizia all'etica, principio chiave di ogni campagna di raccolta fondi.
E allora quel che
vorremmo sapere è chi sono i vostri donatori?
Quali sono le aziende che hanno contribuito a finanziare la vostra campagna?
Sarebbe possibile renderli pubblici? In modo tale che tutti sappiano chi sono i finanziatori della vostra campagna?
Solo così renderete
credibile, s’è possibile, l’arte di fare fundraising. Viceversa voi, professionisti
di questa scienza la mortificate, rendendola non più credibile agli occhi dei
donatori e di chi vorrebbe finanziare campagne etiche e molto più importanti di
questa. Forse anche per queste ragioni c’è un calo delle donazioni, rispetto
anche al rapporto fatto dall’Istat e ripreso dall’IID?
Perché in definitiva il vino è una buona leva di comunicazione. Ma c’è vino e vino. E noi combattiamo i padroni invisibili del vino, fatto di Banche e Compagnie Assicurative che schiacciano l’offerta dei piccoli vignaioli, i poeti della terra, come li chiamava Gino Veronelli, i quali difendono davvero la biodiversità, il terroir, ed il patrimonio ampelografico di cui è pieno il nostro Paese, producendo vini artigianali che non troverai mai all'interno della Grande Distribuzione Organizzata, ma quel che fanno, lo fanno in modo etico, sano e giusto. Noi che ci occupiamo di Terra, Vini e Legalità ed Etica, non come le Aziende (ma spero fino all’ultimo di sbagliarmi!) che hanno finanziato, molto probabilmente la vostra Campagna e che speculano sui territori, devastandoli e mortificando la piccola concorrenza, che qualche AD 'illuminato' vorrebbe veder scomparire, dicendo che per lui il problema in Italia sono i vignaioli che hanno uno o due o tre ettari e che rovinano le regole del mercato. Regole che come Lieti Calici, come Enoize, e come tutti gli attori che organizzano eventi indipendenti che si sono sviluppati sin dal primo critical wine contestiamo producendo altre pratiche, fuori dai vostri canoni del politically correct che non riescono a farvi nemmeno scorgere neanche lontanamente un'ipotesi altra dal modello di sviluppo dominante. Regole confindustriali, che non aiutano i poveri, perché la povertà è una colpa e non un problema del sistema capitalistico da risolvere con altri paradigmi, così' come affermato da Bonomi Presidente di Confindustria, i quali finanziano azioni e 'campagne' filantropiche a cui un certo fundraising si genuflette.
Tanto basta che ci finanziano le campagne, da chi arrivano i soldi a noi non importa. E questa è la mortificazione e l'umiliazione del fundraising, quello serio!
Epifanio Grasso - Lieti Calici
Dario Biagetti e Gabriella Rubino - Enoize
Riccardo Orioles - I Siciliani Giovani
0 commenti:
Posta un commento