A PROPOSITO de LA TERRA TREMA XIV edizione.
Alla luce della situazione attuale comunichiamo che la XIV edizione de La Terra Trema non avrà luogo nelle date preventivate.
Non controlleremo che siano indossate adeguatamente le mascherine, non misureremo temperatura, non chiederemo di effettuare prenotazioni, non contingeremo gli ingressi, non regoleremo flussi, non cronometreremo entrate e uscite, non reguardiremo sul mantenimento della debita distanza.
Non lo faremo. Comporterebbe una torsione identitaria che non vogliamo subire e che non vogliamo attuare.
La produzione di una manifestazione secondo questa logica non ha, qui, senso alcuno se non nel consumo effimero e fugace di vini, cibi, nella normalizzazione del consumo veloce, rapido, repentino. Ci sottraiamo, dunque. Non c’è una mandria da sfamare e abbeverare e La Terra Trema non è un allevamento intensivo per consumatori di qualità.
Malgrado desiderio e necessità.
Non troviamo condizioni per giustificare una manifestazione come La Terra Trema nei modi diversi da quelli in cui questa fiera avviene da anni. Rinviamo a tempi più felici, per tutti.
Torneremo a ragionarci in vista della primavera, se ci saranno i presupposti.
In questi mesi abbiamo riflettuto moltissimo sulla situazione venutasi a creare. Sul come affrontarla noi, sul come viene richiesto di affrontarla.
Politiche di arginamento, di restrizione fisica e di distanziamento non possono essere l’unica via. Come non possono esserlo le sole economie emergenziali.
Servirebbe ripensare tutto. A partire dalle ragioni del virus.
Servirebbe risanare servizi, gli ambienti che abitiamo, cominciando non dagli igienizzanti ma dal sottrarre i territori alla tiritera vecchiarda crisi-sviluppo-lavoro-infrastrutture necessarie, al cemento e all’asfalto, al capitalismo, come unica via. Servirebbe ripensare a questa terra antropizzata, che continua a crollare su sé stessa. Servirebbe ripensare al valore di cultura e socialità, alla violenta verticalizzazione della fruizione di queste che questa crisi ha predisposto. Servirebbe ripensare ai modi e ai mondi in cui viviamo.
La Terra Trema non avverrà nel 2020 ma invitiamo tutti a trovare una declinazione di quella esperienza che è parteciparvi. Conoscenza, crescita, confronto, esagerazione dei sensi.
Per questo diciamo. Disperdetevi. Costruite la vostra personale fuga, costruite nuove misure intorno a voi e con esse la vostra mappa verso i tanti territori che La Terra Trema accoglie. Noi questo faremo, comunque daremo luogo a momenti di confronto, di incontro nei luoghi che ci sono abituali: dai produttori, negli spazi dell’autogestione, sulle pagine del sito e su quelle materiali de L’Almanacco in modo speciale.
Non chiudetevi, non chiudiamoci, proteggiamoci certo, con sensibilità e rispetto, ma non chiudiamoci.
Alla prossima edizione de La Terra Trema.
Che questi tempi la rendano ancor più fiera e feroce.
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