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giovedì 22 ottobre 2020

Istanze ecologiste sconfitte su tutta la linea a Bruxelles. Prende forma una politica agricola tutta a favore delle lobby


La riforma della Politica agricola comune che sta per essere votata a Bruxelles non accoglie praticamente nessuna delle istanze sostenute dai movimenti ecologisti e dai Verdi. Secondo Greenpeace così concepita la riforma significa una resa su clima e ambiente. Anche il commissario Ue Janusz Wojciechowski, esprime perplessità sulla compatibilità delle modifiche con le politiche ambientali europee. Soddisfatta invece la ministra Teresa Bellanova e le associazioni dei grandi coltivatori.
Vincono l’agricoltura intensiva e la lobby dell’agrobusiness. Nessun tetto massimo alla densità di animali per ettaro negli allevamenti intensivi le cui sovvenzioni, almeno per ora, restano invariate. Nessun budget specifico per proteggere la biodiversità sui terreni delle aziende agricole con stagni, siepi e piccole zone umide e, per rimanere in tema, addio all’obbligo di almeno il 10% dei terreni agricoli dedicati alla biodiversità. E viene persino abolito il divieto di arare e convertire i prati permanenti nei siti della rete Natura 2000 (aree protette), dove gli agricoltori potranno ricevere sovvenzioni per trasformare in campi agricoli le zone umide tanto preziose per la fauna selvatica. Mentre l’Europa e il mondo intero sono distratti dalla pandemia, prende forma la riforma della Pac (Politica agricola comune) e, anche se si aspetta il voto finale che dovrebbe arrivare entro questa settimana, assomiglia sempre meno a quella disegnata dalla Commissione europea con la strategia ‘Farm to Fork’ e che doveva essere parte integrante del Green deal europeo. “Mentre i media parlavano di ‘nomi di hot dog vegani’ – ha commentato l’attivista Greta Thunberg, citando un tweet di Greenpeace – il Parlamento europeo ha avallato 387 miliardi di euro per una nuova politica agricola che, in pratica, significa arrendersi su clima e ambiente”.
L’approvazione nella notte– La plenaria dell’Eurocamera ha approvato nella notte un primo gruppo degli emendamenti presentati sui tre testi della riforma (arrivati a quota 1.942), respingendo le proposte della Commissione ambiente del Parlamento Ue di tagliare i sussidi per il sistema degli allevamenti intensivi o di aumentare sostanzialmente i finanziamenti per le misure ambientali. Dopo aver bocciato il primo emendamento posto al voto, infatti, quello che mirava a bloccare il processo di riforma della Pac, anche per contrastare gli effetti del maxi-emendamento frutto dell’accordo fra i tre maggiori gruppi politici europei, il Partito popolare europeo (Ppe), i Socialisti e Democratici (S&D) e Renew Europe (Liberali) ha poi votato a favore dei cosiddetti ‘emendamenti di compromesso’. Nel frattempo, dopo oltre 2 anni di negoziati, al Consiglio dei ministri dell’Agricoltura svoltosi in Lussemburgo, gli Stati membri europei hanno raggiunto un accordo generale sulla Politica agricola comune post 2020, accordo che andrà ora negoziato in trilogo con la Commissione e il Parlamento europeo (dopo l’approvazione definitiva del testo). Il trilogo dovrebbe iniziare presto, sotto la presidenza tedesca del Consiglio europeo, per concludersi all’inizio del 2021.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/21/istanze-ecologiste-sconfitte-su-tutta-la-linea-a-bruxelles-prende-forma-una-politica-agricola-tutta-a-favore-delle-lobby/5974827/?fbclid=IwAR3RZbwiE0IFiBDigtAG8Kki007QO-mbTzLVyqCUexdJNieSS3hew5B0G6g


( Fonte: Il Fatto Quotidiano)

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